martedì 26 ottobre 2010

Il coltello nell'acqua di Roman Polanski



La visione di questo film mi era stata raccomandata da un lettore e poiché la trama si svolge tutta in una barca a vela non potevo esimermi dal cercarlo e visionarlo. Sinceramente nelle due ore in cui è durato il film non ho mai scollato gli occhi dallo schermo attratto come non mai dallo stile delle due "Christine", le due vere protagoniste del film, la barca e la donna. Nella recensione pubblica che riporterò di seguito si ricerca il significato del film nel duello fra i due uomini che si contendono il coltello e la donna. E invece non penso che sia proprio esatto incentrare tutta l'attenzione sui due uomini, è la donna che esegue tutti i lavori e le manovre importanti in barca, è la donna che salva il marito quando la barca perde il controllo, ed è sempre la donna che la riporta al pontile, indenne, sopravvissuta alla prepotenza e alla stupidità del suo armatore: la donna e la barca. Significativo, se ci farete caso, il gesto in cui verso la fine il marito chiude la barca con il lucchetto quando aveva detto che in quel luogo non rubava niente nessuno, una identificazione della proprietà, la barca e la donna.

Una bellezza di altri tempi Jolanta Umecka, eppure sensuale nella sua imperfetta semplicità, bella e disarmante come la lancia a vela in legno, tutte e due, dal mio punto di vista, irresistibili. Il duello tra i due uomini diventa, secondo me, secondario e irrilevante e l'espressione della donna nelle ultime scene ne esalta la inevitabile, inequivocabile vittoria. E' il riscatto della donna sull'uomo che segnerà tutta la seconda metà del novecento fino ad oggi.
Bellissime e significative le ambientazioni nei Laghi Masuri (Mazury), insomma un film che mi è piaciuto moltissimo, denso di significati e di cui consiglio la visione a tutti. Allego qualche estratto fotografico e in fondo la recensione pubblica.


"Christine", la barca (fonte Marek): Lo yacht usato nel film di Polanski si trova in un capannone in condizioni non tanto buone ma probabilmente è possibile vederlo. La Mazuria che faceva parte dell'ex Prussia orientale prima della II guerra mondiale aveva una ricca storia di yachting. Durante la guerra li si trovavano tutti i più importanti gerarchi tedeschi. Come ho già scritto li è possibile visitare il quartier generale di Hitler. Una leggenda locale parla che la barca del film apparteneva a Herrman Goering. Si sa soltanto che possedeva uno yacht a motore e la sua vera passione era la caccia quindi non è una cosa certa. Quasi sicuramente ha navigato su un yacht simile.


Recensione pubblica: In procinto di partire per un'escursione in barca, un giornalista sportivo e sua moglie caricano sulla loro auto un giovane autostoppista e gli propongono di restare anche per la gita del fine settimana. Inizia così una convivenza " lunga 24 ore " nell'angusto spazio di una barca a vela che si fa teatro dello scontro psicologico, verbale ma anche fisico, tra i due uomini, antagonisti in una lotta che pare avere come posta in gioco l'attenzione della donna, osservatrice muta della disputa virile.
A tutti i costi i due vogliono dimostrare (all'altro, alla donna e soprattutto a se stessi) la propria superiorità: il modello familiare medio-borghese si contrappone allora alla spensieratezza e allo spirito d'avventura giovanile attraverso la contesa dei due "oggetti" ambiti: il coltello e la donna. Nello spazio ristretto e sospeso dell'imbarcazione, un microcosmo isolato e lontano dalla vita civile, gli impulsi e le passioni più profonde e basse dell'uomo vengono a galla più facilmente, dando vita a una parabola sulla natura umana, sugli istinti e sulle tensioni sociali e sessuali che la governano.
Al suo primo lungometraggio Polanski riesce così, con una disarmante semplicità di mezzi (una barca e tre personaggi), a costruire un'opera simbolica, densa di significati ed esteticamente raffinata (il bianco e nero fortemente contrastato, le inquadrature ardite e gli scorci inusuali). Quelle che saranno le atmosfere inquietanti e sinistre della sua futura filmografia si manifestano già in questa semplice storia tutta giocata sullo scontro psicologico e dialettico, in cui la tensione è sempre calibrata al punto giusto, pronta a esplodere da un momento all'altro. A posteriori, tipicamente polanskiana. Candidato all'Oscar come miglior film straniero (è stato girato in Polonia) nel 1963.

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